banner sito
Vai ai contenuti

Namibia: cosa vedere dal Waterberg a Windhoek

Lo spostamento di oggi è breve e agevole, in poco tempo raggiungiamo l'Okonjima plains Camps, composto da una serie di bungalows ampi e ben arredati situati all'interno della riserva di Okonjima, sede della AfriCat Foundation, al top delle cose da vedere nella tratta da Waterberg a Windhoek.
AfriCat è associazione no profits che si occupa della protezione dei grandi carnivori (in quanto troppo spesso e ingiustificatamente erano e sono prede di cacciatori di frodo) per una vastissima area che, all'incirca, comprende tutto il territorio della Namibia centrale e nord; all'interno della riserva è operante un ospedale con gabbie di degenza e recupero, mentre i felini autonomi girano nella vasta tenuta (circa 22.000 ettari) in completa libertà ma radiocontrollati da collari. I felini presenti in questo centro sono i ghepardi e i leopardi; è stato possibile visitare il centro recuperi, ma non c'erano felini degenti se si esclude un vecchio ghepardo sofferente per gli acciacchi dell'età.  
La parte riservata ai lodges (ci sono diversi tipi di alloggiamento) è ampia, le costruzioni sono ben tenute, i bungalows spaziosi ed estremamente accoglienti. Personale molto disponibile, cucina assolutamente di primo ordine.

L'escursione del pomeriggio è stata divertente e, fortunatamente, appagante.  Dopo un lungo "inseguimento" del segnale radio emesso dal collare del felino, attraversando anche tratti di boscaglia con i rami spinosi che penetravano ovunque all'interno dell'abitacolo scoperto; finalmente il 4x4 di AfriCat rallenta con il segnale via via più intenso e nitido: l'autista gira lentamente attorno a un rilievo boscoso e... eccolo là! A pochi metri da noi, un leopardo tranquillamente accovacciato che ci guarda per nulla allarmato; un bel gattone in salute, viene voglia di scendere per accarezzarne il manto ma, ovviamente, nessuno si fa prendere dall'impulso. Sostiamo una quindicina di minuti in perfetto silenzio, interrotto solo dalle raffiche delle fotocamere. Si riprende la via del lodge per arrivare a tramonto inoltrato.
Serata di relax , dopo la lauta cena, a ripassare la collocazione delle stelle nel limpido cielo namibiano.

La mattina seguente, riprendiamo il fuoristrada per l'ultima tratta del viaggi ofai da te in Namibia, quella che ci riporterà nella capitale dove eravamo atterrati tre settimane prima. Lungo la strada, con un paesaggio abbastanza monotono e senza avvistamenti di sorta, ci fermiamo a Okahandia: all'ingresso e all'uscita del paese c'è un market con diverse bancarelle di artigianato in legno, ferro, pietra che può dare ottimi spunti per gli acquisti dell'ultima ora ricordando che siete in Africa quindi trattate, trattate e ancora trattate i prezzi. Se vi fermate, dovete però avere l'avvertenza di non lasciare oggetti in vista sull'automezzo o, meglio ancora, date qualche dollaro di mancia a uno dei tanti che oziano sul piazzale poco distante: ve ne sarà grato e, alla fine, sarete grati voi a lui.

Arrivati a Windhoeck troviamo senza particolari difficoltà, grazie alle carte stradali che avevamo avuto in dotazione, il B&B dell'ultima notte namibiana, l'Utopia Boutique, situato nella periferia nord della città ma comunque a ridosso del centro cittadino. Camere con arredamenti recenti e abbastanza anonimi ma pulite e ben tenute.
Arrivare in centro non è difficile, sia perchè il tragitto è breve sia per il traffico che non è congestionato. Parcheggiamo senza problemi a due passi dal Namibia Craft Center (ingresso da Garter Street), una sorta di centro commerciale in miniatura dove una quarantina di artigiani locali namibiani espongono e vendono i loro manufatti. Qui potrete fare i vostri acquisti (oggetti di arredamento in tessuto, pelle, legno, ferro) o di arte contemporanea in tutta tranquillità, certi della provenienza e dell'autenticità dei pezzi in vendita. A differenza del mercatino di Okahandia, non serve trattare i prezzi, il margine di riduzione è basso o nullo in diversi casi.
Il centro di Windhoek non presenta particolari attrattive, più che altro sono uffici, negozi di vario genere e boutiques di alcune marche note, per il resto alti palazzi moderni si alternano a vecchi caseggiati in una crescita disarmonica senza l'evidente traccia di piani urbanistici o organizzati sviluppi edilizi.
I negozi chiudono tutti alle 17.30, quindi non rimane molto da fare se non tornare al B&B per prepararsi in vista della cena di questa sera: avevamo prenotato con buon anticipo (diversamente non è possibile trovare posto) in un locale tipico e molto noto il Joe's Beerhouse dove birra e carni la fanno da padrone: pollo, maiale, zebra, kudu, oryx, springbok..... Un'ottima chiusura di questa breve esperienza namibiana.

Il ventunesimo giorno, ci lascia un ritaglio di tempo, giusto un paio d'ore per percorrere a piedi alcune zone di questa città sviluppatasi su colline prima di passare alle formalità burocratiche di rito: la riconsegna del veicolo, il trasferimento all'aeroporto, il chek-in e l'attesa del volo che ci avrebbe per certi versi riportato verso la realtà quotidiana delle nostre abitazioni. Soddisfatti ma tristi, arricchiti di esperienza uniche ma con il dispiacere che lascia ogni cosa bella quando finisce.

Copyright © 2020 Diariovacanze.it
Torna ai contenuti