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Namibia: cosa vedere dal Grootberg al Parco Etosha

Quella di oggi, quattordicesimo giorno del viaggio fai da te in self drive in Namibia, è una tappa sostanzialmente di trasferimento pressochè agevole e abbastanza breve: arriveremo a pochi km di distanza dall'ingresso ovest del parco Etosha, all'Hobatere Lodge, dove passeremo la notte prima di entrare nel parco dell'Etosha, che è in realta il must delle cose da vedere dal Grootberg al parco dell'Etosha stesso.
Il percorso scendendo dal passo Grootberg è leggermente migliore della parte precedente ma dal punto di vista dei paesaggi non offre granchè (o forse ci siamo abituati male), saltuari incontri con i soliti kudu, orix e springbok. poi a Kamanjab aumenta il passo di marcia, la strada ora è asfaltata, e arriviamo velocemente alla deviazione che in 15 km di pista tranquilla, attraverso la loro proprietà, ci porta al lodge.
L'Hobatere lodge è composto da una dozzina di bungalows ben distanziati fra loro e tutti con affaccio sull'arida e polverosa piana che confina con il parco dell'Etosha. L'ampio plateatico di cemento, coperto da tetto in cannette intrecciate, funge da prolunga al corpo centrale e segna il confine con la zona sulla quale, ci viene detto, è sicuro camminare: oltre non è consentito spingersi, nella proprietà vivono  liberi elefanti, giraffe, springbok, kudu, oryx, zebre, struzzi ma anche alcuni esemplari di leoni e leonesse. Ma è sufficiente adagiarsi in una delle comode poltrone di questa sorta di cinema per vederli passare, nemmeno tanto lontani. E' quasi come partecipare a un safari, con il minimo dello sforzo, complice anche il fatto che la piccola piscina è da essi vista come una pozza alla quale abbeverarsi: in diversi si sono avvicendati, con grande gradimento degli ospiti del resort!.
Nel pomeriggio, saliamo sulla jeep del lodge per approfondire queste conoscenze e, possibilmente, prendere contatto più ravvicinato con la fauna.  Un'escursione di circa 3 ore che ci porta a visitare in lungo e in largo la vasta proprietà con, nuovamente, tutti gli avvistamenti compresa una coppia di giovani leoni intorpiditi dal caldo e placidamente sdraiati sotto l'ombra di un albero.  
Si rientra poco prima del tramonto, giusto il tempo per rinfrescarci e riprendere fiato sul balcone del bungalow, passando il tempo a osservare i quadrupedi che transitano placidamente e ormai famigliarizzati con il contesto turistico. Come sempre, anche qui riscontriamo un'ottima cucina e un servizio impeccabile da parte di tutto il personale.
Finalmente oggi, quindicesimo giorno, inizia la tappa del viaggio fai da te forse più attesa dell'intero soggiorno: le prossime tre notti le passeremo all'interno del parco più noto della Namibia, il parco dell'Etosha. L'abbiamo lasciato verso la fine del soggiorno perchè, immaginavamo, tutto quello visto dopo avrebbe potuto apparire sminuito e secondario per quanto avesse riguardato gli avvistamenti della fauna; scelta rivelatasi azzeccata.
Definirlo parco è sicuramente riduttivo, vista la sua immensa estensione: circa 23.000 km quadrati, un immenso zoo recintato lungo circa 250 km e largo circa un centinaio con al centro un vastissimo pan salino bianco abbacinante che, nella stagione delle piogge, si trasforma per breve tempo in un lago poco profondo: acqua fonte di vita per centinaia di specie animali che vivono in questa area.  Certamente la visita nel periodo più umido consente di veder rivivere la vegetazione e quindi sotto l'aspetto coreografico è più appagante ma, appunto per la presenza diffusa di acqua su un area così vasta, gli animali sono più dispersi sul territorio e gli avvistamenti conseguentemente meno ricchi. Averlo visitato verso la fine della stagione secca ha significato suolo, cespugli e paesaggi aridi ma solo parzialmente perchè parte delle piante ad alto fusto avevano il fogliame verde, in quanto in profondità le radici riuscivano a trovare le vene d'acqua sotterranee . Molto diffuse le piante di acacia, ricche di spine a protezione dei fiori e delle foglie, ma anche diversi altri alberi tutti fonti di nutrimento per elefanti e giraffe. Ma c'è anche tanto altro: rinoceronti, zebre, kudu, springbok, orix, gnu, sciacalli, iene..... e tantissime specie di uccelli. Se siete fortunati, potrete anche vedere leoni, leopardi e ghepardi.
Entrando in parco, ci sono poche regole da rispettare rigorosamente:
- la velocità. Il limite è 60km/h. ma il consiglio è di andare decisamente più piano per aver modo di osservare la fauna con calma;
- il divieto di scendere. Sia che siate in auto sia con pullmini di viaggi organizzati, è comunque vietato scendere dai veicoli; questo per evidenti ragioni di sicurezza ma anche per non disturbare o spaventare gli animali. Per gli stessi motivi non fanno entrare veicoli scoperti, motociclette, etc.
- gli orari. Il parco è aperto dall'alba al tramonto, quindi occorre tenere conto di questo vincolo assoluto che vale anche per chi pernotta nei lodges o campi tendati all'interno del parco: sono anch'essi recintati quindi occorre essere all'interno delle recinzioni delle tre località (Namutoni, Okaukuejo, Halali) o dei vari accampamenti tendati entro il tramonto.
Vi diranno anche di non dare cibo agli animali, ma questo è un aspetto che non passa per la testa a nessuno.
Il consiglio è di munirsi di adeguate scorte di acqua e anche di cibo. Il parco è vasto, il tempo che si "perde" può essere molto: il modo migliore per visitarlo e rendere al meglio è quello di partire la mattina presto, fermarsi in una delle aree segnalate per il ristoro, tornare la sera.

All'interno del parco, sia che abbiate la jeep o una normale auto, viaggerete ovunque senza problemi, le piste sono ghiaiate e ben tenute; gli unici rischi sono gli incidenti con gli animali e le forature. Dotatevi di una mappa dettagliata o procuratevene una negli shop ai cancelli di ingresso e partite: il documentario della natura è lì che vi aspetta.
Già percorrendo la pista principale gli avvistamenti non mancano, ma il meglio è seguire le indicazioni sempre presenti lungo il percorso: vi portano alle pozze d'acqua (in parte artificiali, in parte naturali) dove solitamente assisterete a un tripudio di animali che si abbeverano o più semplicemente oziano e si rinfrescano. E se malauguratamente alla fine della deviazione arrivate a una pozza in secca, non disarmatevi perchè la prossima vi ripagherà sicuramente.
Il nostro percorso è stato così suddiviso: il primo giorno, poco dopo l'alba, dall'ingresso ovest dei cancelli di Galton gate, con tappa serale a Halali (teoricamente sono solo 280 km di pista, ma con le deviazioni alle pozze alla fine saranno parecchi di più) e pernottamento  all'Halali Camp NWR; secondo giorno, sempre con partenza poco dopo l'alba, da Halali con destinazione Namutoni e pernottamento a Okaukuejo con pernottamento all'Okaukuejo Camp NWR; terzo giorno per rifare con calma le zone del giorno precedente e pernottamento ancora all'Okaukuejo Camp NWR.  Gli animali si spostano, sono nomadi e ciò che avete visto ieri non sarà quello che vedrete oggi, anche se siete tornati alla medesima pozza: il diario di viaggio di oggi sarà diverso da quello di ieri e da quello di domani.
In entrambi i lodge dove abbiamo pernottato, c'è una pozza con bassa illuminazione notturna attorno alla quale si riuniscono rinoceronti e leoni (Halali), giraffe, elefanti, leoni (Okaukuejo): in religioso e assoluto silenzio, un'atmosfera magica e uno spettacolo unico.


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