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I luoghi da vedere in Costa Rica: Monteverde

Lasciato l’Arenal il nostro viaggio fai da te in Costa Rica si sviluppa verso nord, la strada segue sinuosa l’omonimo lago di origine artificiale creato nel 1974 con la costruzione di una diga. Oltre agli aspetti turistici (pesca, vela e un certo numero di alberghi)  questo invaso deve la sua importanza anche al fatto che produce l’energia idroelettrica per tutta la regione.
Questo tragitto è spettacolare per le numerose viste che offre sia sul lago sia sul vulcano, ma è anche alquanto disagevole per le pessimo condizioni stradali che costringono ad una guida molto attenta per evitare di incorrere in altri imprevisti. Attenzione, poi, che deve essere rivolta anche agli animali che potreste rischiare di travolgere come è capitato a noi quando dopo una delle numerose curva ci si è parata davanti una intera famiglia di simpatici nasua. Curiosi ed evidentemente abituati alla presenza dell’uomo, si avvicinano tranquilli fiduciosi in qualche lancio alimentare dai turisti.
Proseguiamo, non senza resistere alla tentazione impossibile di far nostro uno dei cuccioli che ci circondano, per tutto il perimetro del lago e senza altre sorprese, con un occhio all’orologio ed uno al cielo che si mantiene peraltro stabile nel suo grigiore con rari sprazzi di luce. Peccato, l’intenso verde e l’azzurro del cielo sul lago in compagnia del vulcano ci avrebbero sicuramente dato occasioni di scatti fotografici irripetibili. Un elemento di stridente contrasto ci si presenta all’estremo nord del lago, quando l’orizzonte di pascoli e foreste viene interrotto da una distesa di mulini eolici che proprio non ti aspetti di trovare in queste zone incontaminate e naturali (apprenderò poi che in tutto erano più di 200 e che sono ovviamente utilizzati per produrre energia elettrica).     

Le tracce di civiltà delle poche costruzioni cessano completamente appena dopo l’abitato di Tilaran, quando, addentrandoci nella cordigliera omonima, anche la strada si  trasforma in una difficile e pericolosa (per l’auto) pista sterrata. Qui per spostarsi è vitale il fuoristrada la moto a 4 ruote come avremo modo di verificare. La natura è selvaggia, si alternano zone a prato con zone di foresta, le tracce dell’uomo sono limitate a qualche rara finca isolata ma ciò che più colpisce è l’antenna tv che spicca immancabilmente su ognuna di esse. Poveri ma informati o quantomeno a contatto con la realtà meno reale. Non senza qualche piccola apprensione per il 4x4 a noleggio (memori dell’inconveniente all’Arenal) considerato anche l’isolamento dei luoghi, arriviamo nel tardo pomeriggio a Santa Elena sbattuti come zabaioni mentre si prepara il quotidiano temporale.
Selvaggia, incontaminata e difficile da raggiungere, l’area di Monteverde e Santa Elena è forse uno dei posti più belli del Costa Rica ed offre anche numerose cose da vedere. La foresta nebbiosa ed i suoi numerosi sentieri, il natural tram per osservarla dall’alto delle chiome, le riserve biologiche, il serpentario, il ranario, il giardino delle farfalle, canopy tour e il concorrente sky trek (che vi descrivo più avanti), cavalcate, oltre ad aspetti artigianali come la lavorazione del caffè e del formaggio. Occorrerebbe una settimana  di permanenza per mettere a fuoco tutto questo,  ma il tempo ci è tiranno e nel diario di viaggio non c'è spazio per tutto.
Ci accasiamo all’ingresso del paese alla cabinas Don Taco, in una comodissima  camera a 5 letti con bagno privato e acqua calda (qui l’aria condizionata proprio non serve, siamo a 1400 metri di altezza) per 50 $Usa a notte con prima colazione. Sistemazione alquanto panoramica e tranquilla.

Un breve giro di orientamento nei paraggi ed è già buio, la temperatura si aggira sui 23° ma presto scenderà su un notturno 16-17°; tutto rimandato a domani, salvo una visita al locale serpentario dove vivono semiaddormentati ed ingabbiati in teche di vetro, una ventina di rettili tropicali più o meno velenosi. Cedendo alle pressioni dei ragazzi, decidiamo di cenare da Johnny, una pizzeria italiana appena fuori S. Elena: da evitare per i prezzi esagerati.

Dopo l’abituale sveglia alle 7, la mattinata, luminosa come poche, decidiamo di passarla…… all’adrenalina! Sì perchè più che di cosa vedere oggi si parla di cose da fare.
Lo sky trek
 di Santa Elena è un’esperienza come poche: una serie di 11 tratte con funi d’acciaio che passano sopra e all’interno della foresta, appesi alle quali si corre ad altezze considerevoli (fino a 130 metri da terra!) o per lunghe distanze, anche 700-800 metri, e ci si tuffa nelle chiome degli alberi sfiorandone i tronchi. L’intero percorso è alternato da oltre 2 km di sentiero nella foresta. Occorrono quasi 3 ore per questa emozionante avventura ed alla fine dell’ultimo tratto siamo ormai in prossimità dell’ora di pranzo. Sempre dallo stesso punto di partenza ma per i più pigri e meno inclini alle sensazioni forti, esiste sempre lo sky walk, una comoda passeggiata  di oltre 2km. nella foresta alternata da 6 ponti sospesi per ammirare dall’alto la vita arborea. Sulla strada per Monteverde, pochi ma duri km., pranziamo al Tico’s Restaurante appena fuori S. Elena in un ambiente famigliare, poco frequentato ma con gestori molto ospitali. Cucina valida e prezzi economici, sarà il nostro punto di riferimento anche per l’indomani. Che rabbia: ieri eravamo da Johnny, esattamente 30 metri di distanza!!

Giungere alla riserva Bosque Nuboso è facile, basta arrivare fin dove finisce la strada e parcheggiare. Ottima organizzazione con tanto di piantina e opuscolo di commento ai sentieri che vi vengono consegnati alla biglietteria. Molto diversi fra loro i sentieri, pur essendo entrambi facili da percorrere, che abbiamo scelto: il primo, il Sendero Bosque Nuboso, cupo, con una foresta intricata che ti incombe sulla testa, con paesaggi spettrali (proprio come in certe favole) squarciati da rare lame di luce. L’altro, il Sendero El Camino, aperto, luminoso e più fiorito. Alcuni km. di vera e silenziosa natura con il brusio della foresta a sovrastare tutto. Rari gli avvistamenti di animali, ma la foresta nebbiosa di Monteverde è già affascinante per il suo habitat naturale.

Si rientra sull’imbrunire, stanchi ma appagati mentre dal cielo cominciano a scendere le abituali prime gocce di pioggia che però ci accompagneranno per tutta la notte.



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