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Rep. di Irlanda, cosa vedere: il Connemara

Se è vero che le porte di solito aprono a nuovi contesti, Galway come porta del Connemara, apre a una regione caratterizzata da paesaggi aspri, da coste tormentate e frastagliate, un viaggio durante il quale si scoprono infiniti angoli di rara bellezza e solitudine. In lingua irlandese, Connemara significa "insenature del mare", definizione perfettamente calzante se si pensa alle caratteristiche di questa regione, con un susseguirsi di luoghi da vedere: baie, insenature, spiagge solitarie, panorami impagabili. Il must è lasciarsi prendere la mano dalle infinite stradine che si snodano fra i rilievi e portano a questi luoghi isolati fra panorami di solitudine selvaggia. E', questa, una meta che potrebbe essere oggetto di una vacanza ben più lunga dei pochi giorni che vi abbiamo dedicato, sicuri di aver sempre qualcosa da vedere e qualcosa da fare. E, ugualmente, è di certa da inserire fra le cose da non perdere in Irlanda; il Connemara dovvrebbe essere la meta di qualsiasi viaggio in Irlanda, sia del classico tour in pullman sia del più versatile e godevole viaggio fai da te in auto o fly and drive che dir si voglia.

Lasciata Rosh a' Mhil, ci dirigiamo verso Clifden
, giusto per fissare il B&B dove passeremo la prima notte di visita del Connemara. I 60 km. di strada che ci separano dalla destinazione sono tortuosi ed è quindi necessario procedere con prudenza ma, nel contempo, la bassa velocità consente di gustare con piacere e calma i paesaggi che scorrono ai lati fra coste nervose e rocciose, pecore al pascolo, torbiere e fioriture ovunque.
La prima destinazione è la Sky Road
, un anello ovale di circa 20 km. idealmente diviso in due: Upper Sky Road che costeggia una profonda insenatura e Lower Sky Road (sulla costa atlantica). E' un percorso fattibile sia a piedi sia in bicicletta (impegnativo, per i continui e lunghi saliscendi della strada) anzi, sarebbe l'ideale per apprezzare fino in fondo questi spettacolari scenari (la fotogallery solo in parte rende giustizia a questa regione) che la natura regala e considerato che la strada è particolarmente stretta e tortuosa. Il cielo terso e la temperatura mite hanno completato il quadro di uno splendido tragitto al quale abbiamo dedicato buona parte della giornata conclusa a Clifden con una breve passeggiata per un centro cittadino che non ha molto da raccontare.

Il giorno successivo procediamo seguendo la costa, accompagnati dagli ormai consueti panorami solitari e dai colori saturi delle campagne, fino a Omey Island
un luogo che ha la singolarità di essere isola o penisola in funzione dell'andamento della marea; abbiamo avuto fortuna e siamo capitati nelle ore di bassa marea: questo ci ha consentito di seguire una fila di pali metallici stradali - piantati nel solido fondale sabbioso -  e di attraversare un braccio di sabbia che da lì a poco sarebbe tornato ad essere coperto dalle acque dell'Atlantico. Sull'isolotto ci sono diverse spiagge, coronate da massi, tranquille e isolate, caratterizzate da acque placide e cristalline, si direbbe quasi di essere in Sardegna se non fosse per la temperatura più bassa; altrettanto piacevoli sono le spiagge di Cleggan, così come i circostanti paesaggi rurali. Passeggiando in questi luoghi si ha la sensazione di sentire la sinfonia, melodica e delicata, che la natura stava dipingendo con una tavolozza di colori dalle mille sfumature, un quadro di insolita bellezza.  Proseguendo fra coste pittoresche fino a Letterfrack, e successive ampie vallate verdeggianti arriviamo alla Kylemore Abbey,  una residenza del XIX secolo affacciata su un lago, il Pollacapall Lough, sede di una scuola cattolica gestita da monache benedettine fino al 2010. Dall'esterno, la vista dell'abbazia che si riflette nel lago è da cartolina, peraltro parzialmente smorzata da un cielo che si era nel frattempo coperto. L'accesso è limitato ad alcune sale - ottimamente conservate e con arredi originali - mentre è possibile percorrere in lungo e in largo i giardini vittoriani della residenza: esempio encomiabile di sapienza e capacità floro-vivaistiche, spiccano per il contrasto con il paesaggio selvaggio del Connemara.
Ci spingiamo sulle coste prospicenti Rinvyle
e Tullycross, dove la natura è sempre più selvaggia e bella, per concludere la giornata con una passeggiata all'interno del Connemara National Park, un mosaico fatto di brughiera e torbiere con un monte a far da guardiano. Dalle pendici del monte, all'interno del parco, partono alcuni sentieri di diversa difficoltà e durata: esclusa la salita fino alla vetta, seguiamo la pista di mezza costa mentre nel frattempo il cielo si apre e il panorama è una vera esplosione di colori  fra brughiera in fiore, cielo che si specchia nei laghi sottostanti e rilievi montuosi sullo sfondo. Il miglior film che la natura possa produrre.

La visita del Connemara è nella sua parte conclusiva mentre ci dirigiamo,  lungo una stretta e tormentata strada, al vicino fiordo di Killary
(selvaggio e con pressochè totale assenza di abitazioni) che ne segna il confine nord, lo costeggiamo prima in direzione est poi ovest sull'altra sponda per salire a nord seguendo la Doolough Valley; questa vallata, di origine glaciale, con il lago incastonato fra le pendici di aspre montagne e la brughiera nella quale pascolano libere le pecore è un altro esempio, l'ennesimo, di rara bellezza della natura. Arriviamo sulla costa nella contea di Mayo, a Louisburgh, procediamo infine diretti per Westport, su una strada che ora si presenta più scorrevole.
In questi giorni non abbiamo fatto molta strada (circa 120 km.) ma ne è valso assolutamente ogni minuto trascorso in questi luoghi; la vacanza in Irlanda è un crescendo di immagini ricche di sensazioni e il diario di viaggio è ricco di appunti, ma i migliori sono quelli stampati dagli occhi nella mente.

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