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Messico, luoghi da vedere: Uxmal e Labnà

Dopo la levata mattiniera delle 7.00 e la colazione (all'americana, forse l'unico posto in tutto il Messico dove non servono colazioni messicane!) sulla rilassante veranda partiamo per la vicina Uxmal che si trova a soli 17 km. di distanza, il primo sito nella lista dei luoghi da vedere per oggi.
Uxmal si trova poco lontano dalla  c.d. ruta Puuc
, il cui nome si rifà alla conformazione della regione circostante che è collinare (puuc significa infatti collina); questa strada tocca le rovine di Sayl, Xlapak e Labnà che visiteremo nel pomeriggio.
Il sito è ancora pressochè deserto, il cielo tipicamente.... messicano (Messico e nuvole!!) non dovrebbe riservarci sorprese; contrattiamo il prezzo con la guida e ci incamminiamo orecchie tese alle sue spiegazioni in un buon italiano: questi siti, se si vuole apprezzarli nella giusta misura e capirne la storia, vanno visitati accompagnati, non esiste guida cartacea che possa farvi entrare nel mondo e nella cultura Maya.
Il complesso di Uxmal è assai vasto, un pò più piccolo di Chichèn Itzà, fra i più importanti dei siti Maya, si caratterizza per la ricchezza di decorazioni delle sue strutture e, cosa ancora più importante (a mio parere) ha subito minimi interventi di restauro, conserva cioè il suo fascino originale. Con questo non sto sminuendo la bellezza di Chichèn Itzà (ci mancherebbe!), dico solo che la "genuinità" e la naturalezza di strutture originarie (pulite solo dalla vegetazione che le ricopriva) mi hanno fatto preferire Uxmal.

Poco dopo l'ingresso, ci accoglie la maestosità della Piràmide del Adivino
anche se, ce ne renderemo conto dopo poco, in realtà ne stiamo osservando solo la parte..... posteriore! E' un tempio alto quasi 40 metri (non è consentita la salita), impressionante per la sua mole e caratterizzato dalla base con gli angoli arrotondati. Questa struttura è il risultato del quinto rifacimento ad opera dei Maya, mentre nella facciata anteriore furono in parte conservati i manufatti della quarta ricostruzione.
Girando attorno a questa struttura, si arriva al Cuadràngulo de Las Monjas
, caratterizzato da un ampio piazzale delimitato da quattro costruzioni le cui facciate sono ricche di elementi decorativi ricorrenti e dalla raffigurazione del dio Chac, con il caratteristico volto dal lungo naso.
Pochi minuti di cammino su terreni erbosi ben curati e, dopo aver attraversato il Juego de Pelota
, si percorre un tratto in salita per giungere alla Casa de las Tortugas un basso edificio, dominante le strutture sottostanti sulle quali si ha una panoramica eccezionale, così chiamato per le tartarughe scolpite. Subito alle spalle e rialzato rispetto al piano dei camminamenti, si erge superbo il Palacio del Gobernador con la sua maestosa facciata, lunga più di 100 metri, riccamente decorata con immagini di Chac il dio della pioggia. Pausa ristoro sotto una delle numerose ombre che offre il sito, ci spostiamo di pochi passi e ci si presenta in tutta la sua altezza di 32 metri la Gran Piràmide che scaliamo per ammirare il panorama sul sito, nonostante il caldo e l'umidità tentino di ostacolare l'impresa. La visita termina con il vicino El palomar, una serie di celle campanarie triangolari che sono ciò che resta di un edificio la cui base è talmente erosa da non poter essere recuperata.

La seconda tappa di oggi del tour in self drive è prevista al sito di Labnà, distante circa una
cinquantina di km.; considerato che è da poco passato mezzogiorno, il tempo non ci manca per una pausa ristoratrice che faremo fermandoci a mangiare pollo asado nelle vicinanze di Santa Elena, per poi proseguire in direzione di Labnà.

Labnà si trova sulla ruta Puuc, una strada secondaria che si dirama dalla carretera 261 circa 20 km. a sud di Santa Elena e si sviluppa sinuosa fra le colline. E' un sito non molto frequentato e negli itinerari consigliati in Messico non è facile leggerlo fra i luoghi da vedere. E' piccolo ma merita comunque una visita; qui non ci sono guide locali, quindi l'unico modo per capire ciò che ci si presenta alla vista è affidarci alle note della guida turistica Lonely Planet.  Gli edifici sono distribuiti su una piana aperta, coperta da un invitante tappeto d'erba ben curata, che consente una pressochè immediata visione d'insieme: la prima struttura dopo l'ingresso era il palazzo principale della città, El Palacio, recuperato di recente alla vista dei turisti, con belle decorazioni fra le quali una testa di serpente con le fauci spalancate dentro le quali fa capolino una sembianza umana. Inerpicandosi su un lato, si può accedere al livello superiore dove è in bella mostra, al centro della terrazzata, la bocca di un chultune, cisterna per la raccolta dell'acqua (bene prezioso, in quest'area caratterizzata da frequenti siccità). Da quassù si riesce inoltre ad avere una apprezzabile visione d'insieme dell'intero sito.
Percorrendo un tracciato sopraelevato, rispetto al piano del sito, che una volta era lastricato in pietra si giunge alle altre due strutture presenti: un antico edificio del quale rimane una sola struttura, El Arco
, con decorazioni raffiguranti occhi e naso umani, e, sul lato opposto, una collina composta dai ruderi di una piramide sulla quale  si erge il tempio noto come El Mirador per il panorama che offre sul territorio sottostante.

Ritorniamo a Santa Elena per una breve passeggiata diretti nel centro paese, ma la città non offre nulla di interessante. Decidiamo quindi di rifarci nella piscina di Pickled Onion per ritemprarci dalle fatiche della giornata per poi cenare al ristorante Chac Mool
 (assolutamente consigliato) di Santa Elena: ottima e abbondante grigliata di carne assortita annaffiata da tanta birra con 10 euro a testa.
Questa sera chiudiamo il soggiorno con lo spettacolo suoni e luci all'interno del sito, nel Cuadrangulo de las Monjas
, un'ora di giochi di luce e colori fra queste splendide rovine con la storia Maya raccontata in sottofondo. Sarà solo in spagnolo ma lo scenario non è per questo meno suggestivo e nel diario di viaggio si conquista un posto di rilievo!
   

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