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Australia, Queensland: luoghi da vedere, cose da fare

Il volo da Alice Springs arriva puntuale alle 17.00.

Giusto il tempo di passare i controlli e recarci alla non lontana agenzia Avis a ritirare la jeep per vederci mandare all'aria una parte del programma di questo ultimo periodo di vacanza. Per un errore che ancora oggi non mi è ben chiaro, il mezzo che ci era stato assegnato non era un full size 4WD ma un intermediate 4WD; in altre parole, un mezzo non autorizzato a circolare sulla Bloomfield track. E proprio questa pista e il successivo itinerario all'interno sulla Peninsula Developmental road  avrebbe dovuto costituire il clou del soggiorno nel Tropical North Queensland.... A nulla valsero le proteste, il mezzo adeguato non c'era: quindi o prendere o lasciare. Che fare? prendere ovviamente, non c'erano tante altre alternative. Facciamo quindi fagotto e ci dirigiamo all'hotel dove passeremo questa notte.

La mattina seguente, cartina alla mano, partiamo di buonora direzione nord. Uscire da Cairns
non è complicato,sia perchè è un centro di soli 100.000 abitanti sia perchè, di fatto, la città è una rete di strade parallele larghe e ben segnalate nel nome delle vie. Imbocchiamo la Captain Cook Highway, l'arteria che porta a nord, sotto un cielo limpido e con un clima per il momento ancora piacevole; la strada è molto scorrevole, non c'è traffico, il fondo stradale è ottimo e inviterebbe a schiacciare l'acceleratore per abbreviare i tempi: nulla di più sconsigliabile in quanto esiste il limite dei 100 km/h e la polizia stradale, a quanto si dice, non perdona ed è munita di radar portatili: la flagranza è garantita.  

La strada è panoramica e interessanti sono gli scorci sull'Oceano Pacifico anche se la barriera corallina non si riesce ad intravedere (è a circa 15-20 km. al largo). Il verde è prorompente, distese di vegetazione a volte alta, a volte semplice campo di canna da zucchero in un paesaggio di alternanza di colli e spianate. Sulla nostra destra scorrono numerose deviazioni che portano sulla costa ed ai paesi che vi sorgono, impossibile farle tutte. Scegliamo di dare rapide occhiate a Yorkeys Knob
dall'atmosfera tranquilla e con una marina veramente di grandi dimensioni,  a Trinity Beach più affollata di alberghi e con una bellissima spiaggia, una delle più belle viste in questo tratto di costa che ci porterà su fino a Cape Tribulation, a Palm Cove con la sua romantica spiaggia bordata di palme ed il rilassante passeggio sul sentiero prospiciente; qui c'è più vita, gli insediamenti turistici abbondano, c'è profumo di mondanità, Proseguiamo per Ellis Beach che è praticamente a ridosso di Palm Cove, appena girato attorno al promontorio che le divide, anch'essa caratterizzata da tanta tranquillità, una bellissima spiaggia bianca orlata di verde . Un tratto di costa caratterizzato da paesi lindi a volte semplici, a volte più raffinati, costruiti a ridosso della foresta tropicale che li incornicia di un verde intenso, luogo di ritrovo estivo di frotte di turisti ai quali la scelta del tipo di soggiorno non manca: ci sono numerosi tipi di sistemazione dall'albergo di lusso all'appartamento da affittare. E tante ville, ville private, nelle quali gli australiani passano le loro vacanze.       

Saliamo lentamente verso nord fino a Port Douglas, primo vero  centro di una certa dimensione dopo Cairns. Da qui partono le numerose crociere per la barriera corallina ma anche le escursioni per il "profondo nord", qui il turismo sembra di un livello superiore, le sistemazioni alberghiere e i ristoranti hanno un lustro che non si è finora riscontrato, solo la spiaggia è simile a quelle già viste, lunga di sabbia fine e con una teoria di palme a farle quasi da argine.

In un susseguirsi di coltivazioni di canna da zucchero arriviamo a Mossman dove abbandoniamo la scorrevole statale per dirigerci a Mossman Gorge
, distante appena una decina di km e situata ai margini meridionali del Daintree National Park. Il luogo è coinvolgente, il lungo sentiero che si percorre (circa 3 km) si snoda sinuoso lungo un tratto del Mossman River caratterizzato da acque fredde e trasparenti nelle quali un paio di avventurosi si sono tuffati attirati dalle piscine naturali create dal fiume ed alimentate da acque che rimbalzano rumorosamente sulle rocce granitiche;   ben presto ci si addentra nella nella foresta tropicale, il verde intenso del fogliame riluce ai pochi raggi di sole che riescono a penetrare la folta vegetazione. Ci sono sicuramente degli uccelli, se ne sente il richiamo ma non è possibile vederli se non in fugaci e rapide ombre. Tronchi altissimi, contorti, attorcigliati, danno a tratti l'impressione di trovarsi in un infernale girone dantesco. Basterebbe per essere soddisfatti, ma  a tutto questo si  aggiunge un ruscello d'acqua limpidissima che scrosciando da alcune rocce forma una pozza trasparente nella quale si rispecchiamo le felci. In poche ore, poco più di una giornata, siamo passati da ambienti aspri, selvaggi ed aridi ad un habitat ricchi flora e fauna: il contrasto è fortissimo e scegliere una fra le due situazioni non è facile.

Tornati a percorrere la Captain Cook, la strada che a tratti sale e scende dalle pendici dei monti ci regala paesaggi magnifici da Mount Alexandra
sulla non lontana costa e sulle foci del Mossman River medesimo; le uniche note stonate sono  il cielo che si è nel frattempo addensato e di conseguenza il mare, che ha perso la sua tinta blu per assumerne una  più piatta ed anonima.  

Proseguiamo con calma lungo i circa 70 km. che ancora ci separano da Cape Tribulation, meta nella quale soggiorneremo con l'obiettivo di non fare nulla di diverso se non balneazione e barriera corallina. Questo tragitto merita di essere fatto a velocità turistica per godere a pieno di quanto offre la natura, in particolare nel tratto che inizia dopo il traghetto sul Daintree River. La foresta tropicale si alterna a vaste coltivazioni di canna da zucchero e a prati verdissimi; mano a mano che si sale verso nord la strada si restringe, sembra quasi che sia schiacciata dalla folta vegetazione che cresce ai lati e, nell'ultimo tratto, è addirittura una sottile striscia di asfalto - a fatica due auto riescono ad affiancarsi - che si dipana contorta seguendo i rilievi montagnosi mentre la foresta incombe, ai lati e sopra. L'impressione  è che sia il risultato dell'opera di un immaginario giardiniere con le sue altrettanto fantastiche cesoie, alcune sforbiciate più maldestre delle altre tagliano la vegetazione al punti di farci vedere il sottostante oceano. E sono visioni appaganti per l'occhio.

Ogni tanto imbocchiamo una pista che scende e porta al non lontano mare, Cape Kimberley .... Bailey Point .... Thornton Beach ..... Noah Beach: tutti luoghi isolati, selvaggi e solitari dove la natura è regina incontrastata e le spiagge lunghissime, desertiche e incontaminate terminano, verso il continente, confondendosi con la vicinissima foresta tropicale e le lunghe teorie di mangrovie dalle tipiche radici tentacolari affondate nell'acuqua. Il silenzio è assoluto, rotto solo dall'infrangersi delle onde sulla finissima sabbia bianca.

Alla fine dell'asfalto, dopo un breve tragitto sterrato, ecco il cartello che indica la nostra destinazione Cape Tribulation Beach House
. E' un resort organizzato a casette in legno, rialzate da terra per proteggere dalle forti piogge estive, che si sviluppa lungo il declivio di un monte, verso il mare. Ogni casetta è bifamigliare e letteralmente affogata nella foresta tropicale, ogni finestra ha come panorama l'intricato intreccio della vegetazione e come sottofondo i richiami degli uccelli. Il complesso finisce a pochi metri dal mare, su una lunga spiaggia bianca di sabbia finissima sulla quale incombe la foresta tropicale: were the rain forest meet the sea, è con questo slogan che Cape Tribulation  viene fatto conoscere al mondo turistico, ed è esattamente così: l'unico luogo al mondo dove la foresta tropicale per chilometri e chilometri si unisce al mare e lentamente ma progressivamente avanza sulla spiaggia per conquistare quel metro anzi centimetri che ancora la dividono  dalle acque salate.  Abbastanza piccolo da garantire tranquillità in tutti i periodi dell'anno, si è rivelata un'ottima scelta per rifarsi delle fatiche australiane.

Ed è in questo angolo di paradiso terrestre che abbiamo trascorso il tempo che ci rimaneva, dedicando però un giorno intero all'escursione sulla barriera corallina, the Great Coral Reef estesa oltre 2.000 km a proteggere quasi interamente la costa orientale del continente.

L'escursione (prenotata anzitempo) parte dalla spiaggia a sud di quella dove ci troviamo noi e divisa solo da un piccolo insediamento di mangrovie facilmente attraversabile a piedi senza bagnarsi (marea permettendo), quindi anche estremamente comoda da raggiungere (i pigri possono approfittare del servizio di ritiro e consegna a domicilio dei turisti con il pullmino della stessa organizzazione).              

Si è viaggiato in catamarano, dovevamo andare a vela ma il mare quel giorno era abbastanza mosso e quindi ci si è dovuti accontentare dei potenti motori diesel, più adatti alle circostanze. Dopo un'ora di saliscendi fra le onde si arriva - con la gioia di alcuni che proprio non gradivano la situazione - alla prima delle due formazioni coralline emerse, Mackay Reef
, mentre nel primo pomeriggio ci si è spostati a Undine Reef, questa volta una minuscola isola di sabbia sulla quale  stazionava un gruppo di uccelli marini.  

L'acqua era fredda, parecchio fredda, e anche con la muta non si raggiungeva il benessere completo, ma la vista dei fondali riusciva a far dimenticare il disagio; peccato che, causa il mare e probabilmente alcune correnti, l'acqua  non fosse proprio limpida e la vista un pò ostacolata dalla sospensione, plancton ed altri microrganismi, che  fluttuava. Ciò nonostante erano in entrambi i casi paesaggi incredibili: gigantesche conchiglie bivalve protese verso l'alto, stelle marine blu elettrico, rosse,  branchi di pesci multicolori, neri, grandi, minuscoli.... e sul fondo una sabbia bianchissima.

Durante il viaggio ritorno, poco c'è mancato che avvistassimo anche una balena, ma era un pò lontana e a parte gli sbuffi, a intervalli regolari, di aria e acqua dallo sfiatatoio sulla testa, di più non si è potuto vedere.

Non si può venire in Australia senza vedere la barriera corallina!

La fine della vacanza è imminente, domani si torna a Cairns dove pernotteremo in attesa di imbarcarci la mattina successiva per Brisbane, ma proprio l'ultimo pomeriggio ci regala la miglior sorpresa del soggiorno nel Tropical North Queensland. Il pomeriggio era uggioso, a tratti pioveva, e la giornata sembrava ormai infilata nel classico soggiorno da pensionati giocando a carte sotto il telone a piramide del ristorante all'aperto situato a circa 20 metri dalla spiaggia che si raggiunge dal largo sentiero che attraversa la foresta.  Un magnifico esemplare di casuario si mette a razzolare tranquillo a pochi metri da noi!! E' un animale che incute un pò di timore con il suo piumaggio nero e le quasi perfette  sembianze da emù se non fosse per il lungo bargiglio rosso  che pendula dalla testa e per l'escrescenza che ha sopra. Per non spaventarlo ma anche per non essere assaliti (sono noti anche per questo, i casuari assalgono se si sentono minacciati), ci avviciniamo con cautela, ma lui non sembra darci peso, a parte un paio di occhiatacce che per un momento ci hanno lasciato col fiato sospeso.

Nel viaggio di ritorno a Cairns, sostiamo al Daintree Discovery Centre
che si trova 10 km. prima del traghetto sul Daintree River, venendo da Cape Tribulation.  In questo centro situato all'interno della foresta tropicale, è stato allestito un percorso su passerelle in parte a livello del terreno, in parte a circa 10 metri da terra; lungo il tragitto ci sono numerosissimi punti in cui fermarsi per ascoltare (con l'audio guida formita all'ingresso) la descrizione e le caratteristiche della vegetazione. A completare la visita, la salita alla torre panoramica, alta 25 metri, dalla quale si domina la foresta circostante e i dintorni. Sosta istruttiva ed interessante di un paio d'ore durante le quali si ha modo di conoscere a fondo la vita animale  e vegetale della rain forest. Peccato che di animale ci fosse pressochè nulla.

Si arriva così a Cairns, con un intero pomeriggio a disposizione che passiamo a curiosare fra i tantissimi negozi del centro cittadino dopo aver depositato i bagagli al medesimo hotel dell'andata. Ormai si avvicina l'imbrunire, stasera si andrà a letto presto perchè, domani alle 6.30 ci aspetta il volo per Brisbane, da dove ci imbarcheremo - questa volta sotto la pioggia -  sul volo intercontinentale con destinazione Hong Kong prima del lungo salto verso Roma.

Finisce qui la prima parte dell'australian dream movie.

Passeranno mesi forse anni ma, prima o poi, leggerete anche le altre...........


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